Diversità Splendore: segnalazione romanzo

Diversità Splendore

Gianluca Piattelli

  • Titolo: Diversità Splendore
  • Autore: Gianluca Piattelli
  • Casa Editrice: Placebook Publishing
  • Link per la vendita: Amazon

 

Sinossi

Un delicato e a volte ironico viaggio nel mondo di quelli che vengono considerati diversi. Pagina dopo pagina si entra in contatto con la vera essenza di quello che i normodotati chiamano: handicap. Gianluca Piattelli lo fa con garbo e intelligenza, a volte con crudezza, sovrapponendo momenti onirici con sequenze di suspense. Un libro che riesce a far cambiare il punto di vista di un pregiudizio duro a morire. Il lettore imparerà a conoscere ed amare i ragazzi dell’Istituto, appassionandosi per la loro inconsapevole avventura.

Biografia

Gianluca Piattelli nasce a Pistoia nel 1972. Vive a Chiesina Uzzanese con la moglie Angela e due cani. In precedenza, ha pubblicato Lunarnalia con la stessa casa editrice.
diversità splendore

Estratto da “Diversità Splendore”

Leo stava patendo il caldo. Un caldo così umido e appiccicoso che nemmeno il climatizzatore installato in camera sua riusciva a combattere. Piccoli brividi fiorivano sulla sua schiena ogni volta che il sudore appena formatosi veniva raffreddato dall’aria condizionata.

«D’accordo, siamo a luglio, ma così è troppo»
Disse Leo, rivolto alla sua stanza, mentre il meticcio peloso sbuffava penosamente ai piedi del letto. L’uomo si alzò facendo cigolare le assi del matrimoniale che da tempo non condivideva più con la moglie e il muso del meticcio dal pelo color fulvo si staccò dall’amichevole frescura del pavimento per annusare l’aria circostante, incontrando lo sguardo ebete del padrone.

«Hai caldo anche tu… eh, Cane-Jo?»
Continuò, accarezzando il pelo morbido sul collo dell’amico animale. Il cagnolone di trenta chilogrammi aveva pressappoco un anno di età, Leo lo aveva trovato in un cassonetto della spazzatura: un batuffolo di venti giorni e un paio di chilogrammi di peso, affamato e piangente.

«Vieni, ti do da bere» L’uomo si avviò con passo pesante verso un angolo della camera, prese la ciotola e la riempì con l’acqua fredda del lavandino del bagno.
Un abbaio di smodata contentezza ravvivò il muso di Cane-Jo, la cui coda iniziò a scodinzolare come un pennacchio desideroso di spolverare un prezioso mobile antico e gli occhi marroni come castagne mature inviarono uno scintillio di felicità. Leo appoggiò la ciotola sul
pavimento e l’amico, avido, vi tuffò la lingua.

«Hai avuto il tuo drink, bello. Adesso tocca a me» Leo passeggiò a piedi scalzi verso la cucina del suo bilocale, aprì il frigo e inspirò l’aria fredda e notevolmente gradita dell’elettrodomestico. Poi prese una lattina di birra e se la tracannò in pochi sorsi, il suo pomo d’Adamo ballava una danza conosciuta andando su e giù come un ascensore impazzito.

«Ricorda Cane-Jo, l’acqua è necessaria per la vita, come la birra lo è per lo spirito»


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