I Vampiri: perché odiano l’aglio?

Tra mito e scienza

I vampiri odiano l’aglio. Nell’immaginario comune, soprattutto grazie alle tradizioni letterarie e cinematografiche, questi piccoli bulbi bianchi vengono riconosciuti come un ottimo rimedio per allontanare i succhia sangue. I più realisti diranno sicuramente che questa non è altro che un’idea nata da qualcuno dotato di una fervida fantasia, ma grazie ad alcuni studi che hanno coinvolto la California State University, pare proprio che vi sia una risposta scientifica.

Infatti, secondo il ricercatore e professore di chimica Wayne Tikkanen, i vampiri in passato erano individui affetti da una malattia rara: la porfiria. Secoli fa, tale patologia colpiva frequentemente nel nord Europa e, le persone che ne erano affette, accusavano pelle fragile e soggetta ad ustioni in caso di prolungata esposizione ai raggi solari. La loro epidermide era fotosensibile al punto che, se esposta per troppo tempo ai raggi ultravioletti, veniva sfigurata. Inoltre, questa malattia causava una graduale erosione della gengive (in poche parole: canini più evidenti) e una fortissima anemia (da qui il classico pallore dei vampiri). I tratti del viso di queste persone, con il passare del tempo, risultavano molto spesso sfigurati a causa di altre problematiche come una folta peluria sugli zigomi e un rachitismo degli arti, in particolare delle mani, facendo così prendere a queste una forma bestiale.

Sì, certo… Ma cosa c’entra l’aglio con i vampiri?

vampiri aglio

Grazie alle sue proprietà antiparassitarie naturali, pare che sia in grado di stimolare ed esaltare le tossine contenute nel sangue facendo gravemente peggiorare i sintomi dei pazienti affetti da porfiria. Il malato di Porfiria non può mangiare e nei casi più estremi nemmeno toccare il comune aglio.

Ecco quindi che possiamo dare qualche concreta motivazione ai comportamenti e alle caratteristiche dei vampiri, sia per la loro avversione all’aglio, che per le abitudini quotidiane che li descrivevano come “uomini della notte” (odiavano la luce del giorno tanto da vivere esclusivamente nelle ore successive al tramonto).

La porfiria oggi è contrastabile attraverso alcuni farmaci sperimentali, tanto che molti soggetti riescono ugualmente a conviverci e a condurre una vita “normale”. È una malattia considerata nella maggior parte dei casi ereditaria. Secondo una stima, le persone affette sono circa centomila nel mondo e complessivamente vengono riconosciuti sette tipi di porfiria, comprese tre forme acute.