Intervista alla scrittrice Maria Concetta Distefano

Intervista

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  • Parlaci di te, autore: Il mio nome è Maria Concetta Distefano, ho quasi sessanta anni, sono nata a Ragusa, ma ho vissuto a Comiso (RG) fino ai diciotto anni. Poi, presa la “maturità” classica al Liceo Classico “G. Carducci” di Comiso, sono andata a Pisa a frequentare la Facoltà di Lingue e Letterature Straniere là. Scrivo praticamente da sempre. Le prime storie, quasi delle fiabe, a sette anni, in un quaderno rosso a quadretti grandi. Nel mio cammino ho avuto la fortuna di incontrare e conoscere bene lo scrittore Gesualdo Bufalino – amico di famiglia – che, sin da quando ero piccola, si divertiva a stilare per me una lista di libri “imprescindibili” da leggere man mano che crescevo. Inutile dire che la torre di libri non arrivava mai alla fine. In seguito, dopo la laurea, ho anche avuto la fortuna di curare con il Maestro, in un’estate indimenticabile, l’editing della traduzione in inglese del suo bellissimo romanzo Diceria dell’untore. Da lì è stato tutto uno scrivere. (A latere della mia professione di insegnante di inglese presso una scuola superiore di Torino dove abito dal 1985 – Carmina non dant panem…) Prima come traduttrice di “Gialli Mondadori” e di “rosa”, poi come collaboratrice di riviste femminili quali “Confidenze” e “Intimità” e attualmente collaboro (oramai saranno circa trent’anni) continuativamente solo con la rivista “Intimità”. (v. foto). Nel tempo ho anche intrapreso la via dei concorsi letterari per mettermi alla prova. Miei racconti sono presenti in varie antologie di premi letterari quali “Voci di Donne” di Savona, “Fascino, Mistero e Seduzione” di Sassello (SV), “D come Donna” di Segrate, “Ninfa Camarina”, “Sotto i cieli di Torino”, “Premio città di Rivoli, Club des Poètes”. Nel novembre del 2003 una mia storia, La stanza etnica, è stata inserita in una raccolta di dieci storie al femminile – Confidenze del cuore – nella Collana Oscar Mondadori Varia; nel dicembre 2004, un’altra è stata pubblicata in una raccolta, Io allo specchio, racconti di donna, a cura di Natalia Aspesi e Vincenzo Cerami, edita dalla Sperling & Kupfer; nel 2007 un mio racconto è stato pubblicato nel volume Il prima e il dopo edito da Baldini Castoldi Dalai. Nel 2010 ho scritto il leporello della “befana” della Ferrero. Due mie lettere sono state finaliste al Festival delle lettere di Milano e, nell’edizione 2013 del Festival, la mia “Lettera dal cassetto” è stata vincitrice del primo premio. Il racconto “Ci vediamo a Chisinau” è stato pubblicato nell’antologia Lingua Madre 2008; “Le rrughe di Tanusha” nell’antologia Lingua Madre 2012, “Registro del professore” nell’antologia Lingua Madre 2015. Il mio racconto, “Seduto sedato”, si trova nella raccolta Ti amo, ti odio.  (Confidenze/Mondadori, giugno 2015). Occasionalmente collaboro con la casa editrice Edisco di Torino per la produzione di Easy Readers (Letture semplificate di capolavori della letteratura inglese e americana).
  • Qual è il titolo del tuo libro? Le amiche del ventaglio
  • A quale genere appartiene? Un po’ complicato definire il genere esatto del libro. È qualcosa a metà tra un rosa tout court (chick lit) e un romanzo “costume e società” (cioè che prende in considerazioni molti aspetti della società, soprattutto del versante femminile, e l’approccio delle donne di oggi a temi/situazioni di sempre quali menopausa, lutti, tradimenti, lavoro/ carriera/figli ecc.); inoltre il libro, a un certo punto, si tinge di giallo quando una delle amiche cui fa riferimento il titolo sparisce e le altre (due in particolare) svolgono delle indagini vere e proprie, al limite del poliziesco.  A complicare il tutto, so to say, il romanzo è anche una sorta di “meta-romanzo” perché Irene è molto cosciente di star scrivendo un romanzo e, oltre ad essere un’insegnante, collabora da più di vent’anni con varie riviste femminili e si è decisa a fare il grande salto passando dal “racconto” al “romanzo”…
  • Come è stato pubblicato? E qui si narra la dolorosa historia della storia del romanzo… Dicevo che negli anni mi sono messa alla prova partecipando a dei concorsi letterari. Caso volle un dì di qualche anno fa che, mentre andavo a scuola ascoltando la radio in macchina, venissi a sapere di un concorso indetto dalla Mondadori: What Women Write… Premio, la pubblicazione da Mondadori. Caspita. Si partecipava con un romanzo al femminile. Ce l’avevo… Le cene del ventaglio!  Lo inviai senza troppo crederci e me ne dimenticai… Some months later… mi telefonarono da Mondadori per dirmi che il mio romanzo era in competizione diretta con un altro (su migliaia, mi pare quasi quattromila manoscritti ricevuti!) e avrebbero deciso a breve quale dei due pubblicare. Passai giorni di indicibile schizofrenia, paranoia, euforia e depressione. Alla fine decisero per l’altro romanzo perché c’era qualche debolezza nel mio… Così, amandolo e odiandolo un po’, lo misi nel cassetto… dove rimase qualche anno finché casualmente non incontrai il mio editore attuale a Portici di Carta a Torino due anni fa. Lui si dichiarò disposto a leggere il manoscritto e ne individuò i punti deboli. Ne parlammo a lungo, mi mise nelle mani della sua bravissima editor, Valentina Trucco, e, dopo un altro anno di editing, revisioni, svecchiamenti, lifting ecc. finalmente vide la luce a marzo 2017. Con altro titolo. Le cene del ventaglio divennero Le amiche del ventaglio, per non dare l’idea che si tratti di un libro di ricette. Ve ne sono, ma non è un libro di cuicna! La casa editrice è la Edizioni Hogwords di Pinerolo (TO) di Pier Giorgio Tomatis. L’esperienza l’ho già un po’ raccontata sopra. Sicuramente positiva per quel che riguarda la cura che hanno avuto nel editare il libro e assecondarmi nella mia richiesta di farne un e-book. Il primo della loro casa editrice!
  • Link per reperire il tuo scritto online: Amazon – Il cartaceo solo con richiesta diretta alla casa editrice a questo indirizzo: edizionihogwords@gmail.com. Il prezzo del cartaceo è 10 euro, dell’e-book 2.99 euro
  • Parlaci della trama del tuo libro: Che succede alle donne in menopausa? Un sacco di brutte cose! Al loro corpo e al loro umore. Ma questo non impedirà alle sei protagoniste del romanzo e fondatrici del “Fan Club” – Irene, Adriana, Elisabetta, Rossana, Emily e Ghita (quest’ultima più giovane delle altre cinque) – di affrontare i problemi posti dalla menopausa e dalla vita in generale in maniera positiva. Insieme riusciranno a superare tradimenti, lutti, malattie e paturnie varie e a ritrovare intatto l’entusiasmo per la vita e le sue sorprese. Di tutto questo le amiche parlano spesso a tavola in magnifiche cene e piatti gustosi dei quali vengono spesso svelate le ricette. Così, nell’arco di un anno (scolastico), Irene riuscirà a scrivere finalmente il romanzo che ha sempre sognato di scrivere facendo del romanzo stesso una sorta di “meta romanzo”; Emy riuscirà a trovare l’amore; Adriana si farà un amante e supererà infine la propria crisi coniugale; Rossana si farà una ragione della sua singletudine; Elisabetta supererà il forte dolore per il tradimento del marito e ricostruirà il rapporto con lui su nuove basi, Ghita scomparirà ma riapparirà dopo le investigazioni quasi poliziesche delle altre amiche e risolverà infine anche i suoi problemi con una bella novità, in sovrappiù! Ma non manca nemmeno una voce giovane: è quella della figlia ventenne di Irene, Laura. Leggendo di nascosto il romanzo che la madre va man mano scrivendo, (tutto il libro è, infatti, come si diceva sopra, quasi un META ROMANZO) Laura si “attacca” alle pagine scritte dalla madre per fare la “tara” a tutto quello che va scoprendo e per raccontare le proprie vicende personali e amorose. È arrivato per lei il momento di abbandonare il nido familiare e andare a convivere col suo benamato Luca o sarebbe più opportuno farsi prima un’esperienza di vita totalmente autonoma? Anche per lei arriverà una soluzione che le consentirà di riflettere meglio e prendere tempo: uno stage lavorativo all’estero che la metterà nella condizione di rendersi gradualmente autonoma dalla famiglia di origine e le farà capire se, al ritorno in Italia, sarà pronta per andare a vivere con Luca.
  • Siamo curiosi, come ti è venuta in mente l‘idea sulla trama e sui personaggi? Diciamo che il romanzo ho iniziato a scriverlo a scopi “terapeutici”. Essendo io stessa all’epoca in fase menopausale e sapendo che sempre nella mia vita ho trovato sollievo nella scrittura ho pensato bene di scrivere di menopausa (e tantisssssssimo altro) ironizzandoci su, prendendone le distanze. E ha funzionato! Mi dicono adesso delle lettrici che anche per loro sta svolgendo o ha svolto la stessa funzione terapeutica. Trama e personaggi sono ispirati a fatti e persone più o meno reali, ché in tanti anni di insegnamento (adesso sono in pensione anticipata per dedicarmi solo alla scrittura!) ho incontrato tantissime donne!
  • Perché le persone dovrebbero decidere di leggere la tua opera? Perché leggerlo? Costa poco! Scherzo… Io mi sono divertita a scriverlo, fin’ora si sono tutti divertiti (sì, anche dei maschietti) a leggerlo, quindi per intrattenimento, un intrattenimento oserei dire anche “colto e intelligente”. Inviterei comunque chiunque avesse qualche curiosità in merito al romanzo di leggere le recensioni su Amazon.it. Quella di Silvana Sanna è spettacolare e io stessa non avrei saputo scrivere meglio del mio stesso romanzo!
  • Parlaci della copertina: La copertina dovrebbe servire a suggerire l’idea di convivialità del romanzo “corale” e suggerire anche che le amiche non disdegnano la buona tavola e il buon vino! Prosit!

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