Intervista allo scrittore Matteo Bragaglia

Matteo Bragaglia: intervista allo scrittore

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  • Parlaci di te, autore: Mi chiamo Matteo Bragaglia, ho 23 anni e vengo da Ostia Lido, quel litorale romano che negli ultimi tempi è diventato oggetto di interesse nei tg nazionali. Al momento sto studiando Scienze della Comunicazione, nel tentativo di ampliare le possibilità di “mettere a frutto” la mia passione per la scrittura. Scrivo, se la memoria non mi inganna, da quando avevo tredici/quattordici anni. Come penso per ogni scrittore, è stata la lettura a trasmettermi questa passione. Dapprima i libri, dalla saga di Harry Potter a Narnia, dal Ciclo di Earthsea al Signore degli Anelli, passando anche per generi diversi (mi viene alla mente subito It stranamente), ma poi si sono aggiunti anche i fumetti giapponesi, i manga, e la necessità di scrivere è diventata sempre più impellente.
  • Qual è il titolo del tuo libro? “L’Impero di Luce”. È il primo volume di una trilogia: “Gli Annali della Caduta”.
  • A quale genere appartiene? È un fantasy “puro”, o per meglio dire un Epic Fantasy.
  • Come è stato pubblicato? Il mio romanzo è stato pubblicato dalla Genesis Publishing; è una piccola editrice che, però, lavora professionalmente e in sinergia con l’autore pur con tutti i limiti che può avere una piccola casa editrice. È lodevole, infatti, che fin dall’inizio non ti promettano la luna, ma chiariscono subito di quali mezzi dispongono, ma è altrettanto vero che sono sempre disponibili ad ascoltare l’autore; inoltre, il lavoro di editing è stato preciso e lo staff grafico è semplicemente fenomenale.
  • Link: Qui in questo link è possibile trovare tutte le informazioni sul romanzo, compreso prezzi, store dove è venduto e il booktrailer prodotto dalla casa editrice.
  • Parlaci della trama del tuo libro: In quante parole? No scherzo. Allora, la trama “di fondo” è la guerra in cui viene coinvolto l’Impero, dominatore del continente di Ethusa per secoli, ma che si ritrova, anche a causa di un forte periodo di declino e di dissidi interni, a dover fronteggiare una crisi senza precedenti. Ora, oltre a questo livello più ampio, vi è il punto di vista di vari personaggi e, più ci si addentrerà nel romanzo, più se ne troveranno di nuovi, ognuno con un proprio passato, aspirazioni, obbiettivi. E ognuno proverà a fronteggiare l’insidiosa guerra in arrivo.
    Ago della bilancia, anche se non completamente, è la magia: strutturata e organizzata in Rami di Ricerca dalla Federazione dei Maghi e insegnata nelle due Accademie di Ucrim e Tern, si scoprirà quanto questo potere abbia influenzato, tanto nel suo passato che nel suo presente, il continente al livello sociale, “politico”, demografico, militare e anche economico.
  • Siamo curiosi, come ti è venuta in mente l‘idea sulla trama e sui personaggi? Il romanzo nasce insieme alla trilogia. Fin dall’inizio, quando iniziai a scrivere “L’Impero di Luce” a quattordici anni, l’idea era di dividerlo in tre parti, con finali che, e questo non ho mai avuto intenzione di modificarlo, erano ben nitidi nella mia mente. C’è da dire che la “gestazione” del romanzo è stata molto… lunga. Terminai la prima stesura, se vogliamo chiamarla così, de “L’Impero di Luce” e del suo seguito, solo quando raggiunsi la maggiore età e l’ultimo anno del liceo mi portò via il tempo libero che avrei potuto dedicare alla scrittura oppure alla ricerca di un “futuro” per quanto avevo scritto. Mai periodo di pausa fu più utile. Tornai sopra su quanto avevo scritto dopo aver preso il diploma e mi ritrovai un testo che nella mia testa riuscii a definire soltanto che “bambinesco”. Di quanto era il romanzo rimase solo l’impianto, la struttura più generale; tutto il resto lo riscrissi e ne realizzai una versione più matura. A ventun anni cominciai a guardarmi intorno per capire, diciamo provare a capire, il vasto e ignoto mondo dell’editoria.
    Nel corso di tutti questi anni, a essere sincero, ho sempre cercato fonti di ispirazione diverse: prima Harry Potter, trovando l’idea di creare una struttura interna all’utilizzo e all’insegnamento della magia molto stimolante, poi il Signore degli Anelli e alcuni manga come Naruto, Bleach o Hunter x Hunter hanno rinvigorito la mia passione per la creazione di mondi e regni con storie e culture il quanto più coerenti e reali. E quest’ultimo aspetto è stato una mia ossessione ancor più se si prendono in esame i personaggi, che sono nati e cresciuti in quel mondo: per quanto, infatti, alcuni abbiano preso ispirazione da altri modelli, alla fine ho sempre cercato di dargli una personalità propria, che rispecchiasse il modo di vivere del personaggio nel mondo che avevo creato.
  • Perché le persone dovrebbero decidere di leggere la tua opera?Perché potrebbero rimanere sorpresi da una trama che affonda le sue radici non solo nella storia raccontata ma anche nel mondo stesso in cui tale storia è raccontata; perché i personaggi li guideranno su un percorso intriso di sangue e magia, in cui il “cattivo” non esiste perché tutti possono esserlo, perché le sfumature finiscono per essere ciò che davvero conta. E poi perché il mistero, la ricerca di scoprire e capire è fin troppo affascinante per l’essere umano.

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