Tenebre a Quiet Ridge di Gaetano Cappello

Tenebre a Quiet Ridge

Gaetano Cappello 

 

  • TITOLO: Tenebre a Quiet Ridge
  • AUTORE: Gaetano Cappello
  • EDITORE: Words Edizioni
  • GENERE: Romanzo gotico
  • FORMATO: Ebook (2,99) – Cartaceo (15,90)
  • RELEASE DATE: 08.02.2021

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TRAMA

Quiet Ridge è un borgo fuori dal tempo, ritrovo per anime erranti e peccaminose. Un luogo da cui qualsiasi uomo sano di mente si terrebbe alla larga. Chi fugge dal proprio passato, però, non sceglie consapevolmente la meta. Scappa e basta, brancolando nel buio, senza mai voltarsi indietro. Così, Dalia Vargas – una giovane messicana scampata alla rivoluzione – attraversa mezzo continente in cerca di un nuovo inizio. Un esodo che la trascina dentro una spirale di accadimenti grotteschi, tra bifolchi senza niente da perdere, carismatiche donne di potere, società misteriose e… creature ultraterrene. 

L’AUTORE

Gaetano Cappello nasce ad Agrigento nel 1990. Cresciuto in una famiglia poco incline alla lettura, vede nascere il proprio legame con le storie dell’orrore per caso. Un’epifania che lo porta a divorare ogni romanzo del genere, da Stephen King a Lovecraft, finché non decide di dedicarsi alla scrittura egli stesso.

Tenebre a Quiet Ridge

Estratti da “Tenebre a Quiet Ridge”

«Cosa speri di trovare a Quiet Ridge?»

«Per adesso un posto dove stare. Un lavoro, magari.»

«Dal Messico a qui è un bel po’ di strada. Non c’erano altri posti in cui stabilirsi, nel mezzo?»

L’espressione di Dalia sembrò sconvolta da uno schiaffo invisibile. Dovette posare la ciotola e concentrarsi, quasi trovare una risposta fosse tutt’altro che scontato, mentre la luce del braciere acceso le riverberava sul volto, tinteggiandone i lineamenti tirati. «Niente per cui valesse la pena rimanere.»

Raggiunse l’essere più esterno e lo rivoltò, mossa dall’ingovernabile e raccapricciante curiosità di vederlo in faccia. Quando questi si rivelò, un mucchio di vermi brulicanti le risalì lesto l’avambraccio, arrampicandosi fino a conquistarle la spalla. Li scacciò con una mano, ma dal basso altri avevano intrapreso la stessa operazione partendo dalle gambe. Erano migliaia e avevano origine dai bulbi oculari vacanti di colei che era stata la tanto amata abuelita. Uno sopra l’altro zampettavano sulla pelle nuda di Dalia per poi insinuarsi dentro i vestiti, e malgrado ne respingesse a dozzine, sempre in numero maggiore ne comparivano dalla base.

Urlò a squarciagola, così forte che qualcosa nel cervello parve rompersi. Cominciò a grattare dall’interno, dunque prese a pulsare. Tonfi su tonfi, cupi e sordi, come se dentro la calotta cranica stesse marciando un esercito di fameliche creature dell’incubo.

Stavano venendo per lei?


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