Perché tagliarsi con la carta fa così male?

A chi non è mai capitato di tagliarsi con un foglio di carta? Quante male parole può suscitare il dolore derivato da un taglio apparentemente piccolo ed insignificante?

Il bordo di un semplice foglio di carta può apparirci liscio e lineare, ma in realtà non lo è affatto. Di fatti, se riuscissimo a guardarlo da un microscopio, noteremmo una serie di piccole increspature simili a dei seghetti capaci di lacerare la carne come abbiamo ben notato.

I tagli sono principalmente superficiali, difficilmente si vede uscire del sangue da una ferita del genere. Il dolore avvertito è intenso, la pelle è stata violentemente stracciata e la pellicola protettiva che avvolge il nostro corpo non è più intatta. Questo scatena uno stato di allarme nel nostro cervello che concentra le proprie energie su quell’apparente piccolo taglio, comunque traumatico per la nostra pelle.

In alcuni casi, quando ci si taglia più a fondo, si vede fuoriuscire un po’ di sangue. In quel caso il dolore è ugualmente presente, ma non c’è da preoccuparsi: grazie al processo di coagulazione del sangue riusciremmo a guarire più in fretta.

La carta inoltre è un materiale non proprio puro, pieno di batteri e microrganismi, ma soprattutto di sostanze tossiche che possono scatenare una reazione allergica e mettere in allerta il nostro organismo, costretto a difendersi da tale minaccia. Ecco perché spesso si avverte del bruciore assieme al dolore, ed è quindi consigliato disinfettare la ferita anche se non c’è una fuoriuscita di sangue. La pelle esposta è pur sempre a rischio di infezione, è dunque necessario coprire e disinfettare la parte in cui impurità e batteri potrebbero proliferare e beh… Non ci resterà che attendere che il dolore passi e la ferita si rimargini da sola.