Un giorno di ordinario narcisismo: Intervista all’autore Giacomo Festi

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  • Parlaci di te, Giacomo: «Prima di tutto, inizio col dire che sono molto grato a tutte voi per lo spazio che mi avete dedicato su queste vostre pagine. Grazie mille! Per il resto… sono Giacomo, ho festeggiato due mesi fa il nono anniversario dei miei diciotto anni e sono laureato all’università della vita. Al momento vivo la mia esistenza un quarto di caffè alla volta, non sapendo se sono un uomo di cultura o un culturista (probabilmente nessuno dei due) e, siccome non sono in grado di far nulla, uso la scusa più diffusa di tutte per giustificare la mia incapacità: sono un creativo. Poi scrivo libri, mi è capitato di pubblicare il quinto a metà maggio, in occasione del Salone del Libro di Torino. Vorrei dire che scrivo per porgermi i grandi quesiti dell’esistenza, ma in realtà è tutta una scusa per cuccare. E che un gran figo come me sia ancora single è un quesito sufficiente, direi.»
  • Qual è il titolo del tuo ultimo libro? «Un giorno di ordinario narcisismo. E no, non parla del mio rapporto con Instagram, anche se non ci crede nessuno…»
  • A quale genere appartiene? «Una commedia, almeno secondo le mie intenzioni. Ma contando che a una festa di Halloween ero uscito con la battuta «La stagione preferita del vampiro Lestat? L’estate» da un po’ di tempo sto cominciando ad avere dei dubbi sull’effettiva riuscita. Poi tempo fa mi è stato detto che come scrivo fa ridere, ma non ho ancora capito in che contesto. Resta sempre il fatto che si cucca poco o nulla.»
  • Come è stato pubblicato? «Ero uscito da un periodo abbastanza turbolento e stavo cercando di portare avanti un romanzo abbastanza tetro – e vedendo tutto quello che è successo mentre lo scrivevo, credo che porti pure un po’ di scalogna. Non riuscendo nell’impresa, su consiglio di un’amica ho provato a dedicarmi a qualcosa di più leggero e il risultato è stato proprio Un giorno di ordinario narcisismo. Inizialmente non volevo neppure proporlo, era solo qualcosa che scrivevo per rilassarmi. Tempo pochi capitoli e mi sono reso conto che la storia e i suoi personaggi avevano un loro potenziale, quindi l’ho ultimato. Ed è anche stato accolto parecchio bene: più di dieci proposte free. Alla fine ho scelto i ragazzi della AUGH! Edizioni.»
  • Link per reperire il tuo scritto su eventuali piattaforme online: «Lo potete acquistare direttamente sul sito della casa editrice, la AUGH! Edizioni, e su tutti gli store online (IBS, Amazon, e via dicendo). Per i nostalgici, si può ordinare anche da qualsiasi libreria.»
  • Parlaci della trama del tuo libro: «In poche parole, parla di un ragazzo particolarmente sfigato che passa una giornata particolarmente storta. Infatti dopo essere rimasto senza lavoro, senza fidanzata e senza la gloria che si aspettava per il suo esordio letterario, arriverà a scontrarsi con la fauna cittadina della tipica provincia italiana, cozzando con il loro estremo narcisismo e rimanendo invischiato suo malgrado in dinamiche poco piacevoli. Ciliegina sulla torta: un ex compagno di classe che detestava è reduce da un talent show di dubbio gusto e si esibirà proprio quella sera nella sua città.»
  • Siamo curiosi, come ti è venuta in mente l’idea sulla trama e sui personaggi? «Credo che ogni idea, anche la più distaccata, provenga da esperienze del vissuto personale di ogni individuo. Io per fortuna, a parte il marito di Marion Cotillard, non sono mai stato invidioso di nessuno (e Un giorno di ordinario narcisismo è un libro molto improntato sull’invidia), però mi sono scontrato col pressapochismo dilagante che caratterizza ogni città, grande o piccola che sia, con le opinioni “di pancia” che infiammano una certa politica e una filosofia di pensiero che, a dispetto dei numerosi capodanni festeggiati, è ancora legata a un retaggio che purtroppo non si è estinto – e che, casualmente, avviene sempre a danno delle donne. Razzismo, maschilismo, omofobia… tutto però all’insegna della risata, per quanto amara. Mi chiedono spesso anche quali persone hanno ispirato i personaggi, ma il discorso è legato a visioni più ampie della materia. Quindi non tentate di riconoscervi in essi: non ne guadagnerete nulla in ogni caso.»
  • E la copertina? «Scrivere delle disavventure di questo personaggio mi ha fatto così bene che separarmene mi è quasi dispiaciuto. Inoltre in lui ho trovato del potenziale che può essere utilizzato anche per dei lavori futuri, tempo (e vendite) permettendo. Quando mi è stato chiesto se avevo un’idea in particolare per la copertina ho pensato a qualcosa che potesse fare da collante anche in visione di futuri seguiti… la scimmia mi è sembrata la soluzione adatta, anche in vista della morale finale del libro. Alla fine non siamo esseri di puro istinto, nascosti sotto i costumi del vivere civile e delle imposizioni sociali? Ma il merito va a Luca Verduchi, che con poche indicazioni ha saputo realizzare una copertina fantastica. Poi c’è stato anche il caso Gabbani, ma qui è principalmente un caso di Accidentali’s karma.»
  • Perché le persone dovrebbero decidere di leggere la tua opera? «Perché è una storia divertente ma che, sotto la patina più ridanciana, offre un ritratto abbastanza disilluso e arrabbiato della nostra società. Perché ricorda a tutti che, per quanto ci diamo da fare, dal nulla veniamo e nel nulla ritorneremo, quindi tanto vale prendersi un po’ meno sul serio. Perché può essere di conforto a qualunque giovane che si fa il proverbiale “mazzo” per realizzare i propri sogni, nonostante le avversità di tutti i giorni e, soprattutto, di questo periodo. Perché è l’espressione della rabbia giovanile da parte di uno che, anche se per il rotto della cuffia, giovane lo è ancora. Oppure perché è l’occasione di leggere qualcosa che esuli dai bestsellers o dal dominio della grande editoria. Non usatelo però per farvi i filtri delle canne. Ho scelto apposta la carta più amara.»

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Che ne dite? L’intervista a Giacomo vi ha incuriositi? Bene, allora andate a dare un’occhiata al suo libro e fateci sapere!