Intervista al poeta Francois Audiard

poesie poeta  Francois Audiard

  • Parlaci di te, poetaSalve a tutti, mi chiamo Francois Audiard, alias Francesco. Poeta per l’incedere del fato. Sono pugliese 38 anni, della provincia di Bari, nel cuore dela Murgia, anche se in realtà la mia passione è il mare; è il mio elemento naturale l’acqua, essendo nato sotto il segno del cancro con ascendente scorpione, sagace, determinato nelle proprie idee e convinzioni e porto a termine i miei obiettivi, a meno che c’è un ostacolo di mezzo che mi impedisce di proseguire. La mia pigrizia e apatia e al tempo stesso la mia intraprendenza e tendenza a sconfinare dai soliti schemi…caratteristica che probabilmente mi accomuna agli autori del passato e gli esortava ad una certa dissolutezza. In tal caso temporeggio per prendere tempo e trovare una valida soluzione.
  • Come hai iniziato a scrivere? Il mio approdo alla scrittura è maturato quasi parallelamente al mio desiderio di comunicare qualcosa. Già da tempo avvertito la predisposizione e capacità ad intrattenere i miei interlocutori (lo diventavano loro malgrado, ma con interesse) esprimendo i miei punti di vista, che non si limitavano ad una serie sconfinata e scomposta di botte e risposte meccanicamente fornite o per assecondare delle richieste ma elaborazioni analitiche di temi ed argomentazioni che in quel momento meritavano un coinvolgimento celebrale…l’intuito conta parecchio, ma si sviluppa con l’intelligenza, senza supplire ai “ricatti del nostro ego”, perche’ si rischia di arrecare danno agli altri per ottenere qualcosa…l’istinto lo lascio agli altri. Dicevo, ho iniziato a scrivere per un motivo, comunicare, traducendo in linguaggio scritto i miei ragionamenti, l’esigenza di annotare anche il più piccolo dettaglio o pensiero per acquisire priorità. I miei scritti sono per me di vitale importanza, perché partoriti da una mente spesso febbrile, ostinata a fornire il proprio contributo e a non esaurirsi..inarrestabile. Metti poi la soddisfazione di rileggere un contenuto anche a distanza di anni…accade spesso e a ciò che si prova…una valida esperienza.
  • Parlaci delle tue liriche: Sono delle liriche, strutturate pertanto in versi probabilmente con l’intento di suscitare sensazioni più immediate. Sembrano..lo sono frasi che assurgono al ruolo di dichiarazioni, di vita, che riguardano noi stessi e del nostro rapporto col mondo così come lo percepiamo, senza sottovalutarne la concretezza su cui si erge È un affaccio dalla finestra della nostra dignità, curiosità ad apprendere innanzitutto, prendendo atto.delle nostre osservazioni, pur tentando di rimuoverne alcuni aspetti illogici…coinvolti ad agire, riflettendo, anche attraverso un epitaffio plateale affisso sulla cupola del principio di assolutezza delle cose, dell’esistenza umana martoriata dall’umiliazione e tendente alla passività. I testi di questa raccolta,difatti, si fondono principalmente sull’esistenzialismo, pur non rinunciando appunto ai sentimenti e inseguendo l’amore, detentore della bellezza, che evocata e contemplata, può cambiare le sorti del mondo.
  • Come sono nate? Ho iniziato a concepire e già questa prima fase ha richiesto un percorso duro, fatto di scelte, nel voler osare, spingersi oltre o preferire reclusi determinati concetti, magari perché di scarno impatto intellettuale oltre che linguistico o perché scomodi da dover affrontare, anche per me stesso che ne detengo la paternità. I primi versi li ho scritti, utilizzando matite o penne dal tratto poco leggibile (non avevo inchiostro più rimarcato) su superfici diverse, carte riciclate, pezzetti di legno, sui palmi delle mani, nascoste perché altrimenti esibibili sul posto di lavoro. Tra una pausa e l’altra un appunto, uno spunto di riflessione ecc. Il titolo della silloge è “Io mi esprimo così” (www.libro ventura.com, cercare Francois Audiard…relativa opera)
  • Dove e come le hai pubblicate? La silloge è auto pubblicata, quindi con self-publishing,  nell’attesa di riscontri da parte di alcune case editrici. Di recente alcune liriche sono state annoverate all’interno di un’antologia edita da A&A di Marzia Carocci edizioni, all’interno del portale “Aphorisma.com”, ho partecipato al concorso letterario indetto dalla casa editrice Pagine ecc

Estratto di un’opera:

DESIDERI NASCOSTI

Quante speranze ormai sepolte

di un possibile ritorno

un’apparizione quasi ancestrale

e lei dinanzi a me

priva della sua anima

con fare nobile ha donato

senza alcuna onta di peccato

ne’ vergogna nel suo volto

privo d’espressione

poi il suo corpo

una voglia mai repressa

un delirio si sprigiona

dai miei sensi agitati

che febbrilmente

reclamano giustizia

quel corpo ingombrante

mi eccita e mi invade

le mie notti idilliache

desiderio delle forme generose

che da monte a valle

si concede a me

il suo odore che impregna

quel cencio di stoffa che

con dignita’ ti rimane addosso

le calze rotte e lo slip quasi consumato

per culminare sulla soglia del paradiso

li’ dove peccato si insidia.

 

CHE GIORNATA AD AMATRICE

Quella giornata ad Amatrice

ricordi il dolore

i nostri sforzi invisibili

prigionieri delle nostre anime

scavando nelle nostre

turbe psichiche

assaliti da dirompenti

sensi di colpa

le angosce dignitose

sormontate letteralmente

da cumuli di indecenza

i nostri tentativi disparati

a non marcire all’indifferenza

l’omertà la perpetra l’attesa

unanimi a favore di un popolo

di una cultura da preservare

lacrime amare

da una terra martoriata

affogata dalle atrocità

da attimi di atroci torture

unite ai nostri

angoscianti e amorfe

malesseri interiori

evocati da una gente

che ha imprecato

continua a imprecare

che cessi il disagio

senza coraggio di reagire

che si sgretoli l’autorità

e la paura di esalare

quel respiro affannoso

il principio della fine

un’invocazione per una terra

un inno a celebrare

la sua riscoperta e valorizzazione.

  • Perché le persone dovrebbero decidere di leggere la tua opera? Per la curiosità, per entrare in contatto con qualcosa di nuovo, magari originale.

 

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