D’Ark Il gioco dell’alfiere

D’Ark Il gioco dell’alfiere: intervista ad una delle scrittrici

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  • Parlaci di te, autore: «Ciao! Mi chiamo Cristina, ho 27 anni e sono originaria di Napoli. Non scrivo da tantissimo, D’Ark Il gioco dell’alfiere è il mio primo libro (scritto a quattro mani con una mia ex compagna di università, Mirela).»
  • Su quale sito pubblichi? «Per adesso pubblichiamo su Streetlib che ci permette di vendere su tutte le piattaforme più importanti, come Amazon, iTunes, Kobo ecc.»
  • Qual è il tuo Nickname? «L’unico che mi viene in mente è Filmpedia (coniato proprio dalla mia co-writer perché sono una cinefila).»
  • Link del tuo profilo sul/sui sito/i: «Questa è la nostra pagina FB Autrici. Mentre questa è la pagina fb dedicata al romanzo. Inoltre, chi vuole, può anche seguirci su Instagram, Tumblr e Twitter.»
  • Qual è il titolo del tuo libro? «Il titolo del libro è D’Ark Il gioco dell’alfiere.»
  • A quale genere appartiene? «È difficile fallo appartenere a un genere specifico ma direi che si può inserire nel genere thriller/noir.»
  • È un’opera completa? «No, perché D’Ark Il gioco dell’alfiere è il primo della trilogia D’Ark. Ci saranno quindi altri due ulteriori capitoli, sempre divisi in due parti. Una delle caratteristiche del libro, che molti lettori hanno trovato originale, è quella di aver diviso, appunto, la storia in due parti, leggendo quindi due punti di vista diversi. Ne “Il gioco dell’alfiere” la prima parte è narrata in terza persona dal punto di vista della protagonista femminile Giorgia, la profiler, mentre l’altra metà del libro (che è cronologicamente parallela alla prima parte) il punto di vista cambia ed entra in scena Michele, il fratello giornalista di Giorgia.»
  • Link per reperire il tuo scritto: Amazon
  • Parlaci della trama del tuo libro: «La città di Rocha è costantemente minacciata dalla malavita e dalla corruzione e il pericolo è sempre dietro l’angolo.Sembra non esserci più onestà in un mondo pieno di corruzione ma questa volta, come baluardo della giustizia sorge un vigilante, D’Ark, che cerca di aiutare la città a rialzarsi da questo baratro d’illegalità. La storia segue parallelamente la vita di due fratelli: Giorgia e Michele Mestri. Giorgia, una ragazza forte e determinata che ama il suo nuovo lavoro, parteciperà alla ricerca di un noto serial killer di nome Guignol che trascina dietro di sé le sue povere anime in una lotta senza fine. La squadra dei profiler, insieme alle forze dell’ordine, si batterà con grande dedizione per la sicurezza e per la sopravvivenza dei cittadini. Mentre suo fratello Michele, il giornalista, seguirà il caso del vigilante occupandosi di scrivere la verità su chi sia questa famosa celebrità. Aiutati dal loro intuito e dalla loro forza di volontà, entrambi si renderanno conto di quanto la realtà che li circonda sia più complicata di quanto appaia. Esiste davvero questo eroe oppure è una mera invenzione di una società senza giustizieri? Riuscirà Rocha a distinguere il bene dal male? Ciò che è reale da ciò che non lo è?»
  • Siamo curiosi, come ti è venuta in mente l‘idea sulla trama e sui personaggi? «In realtà non saprei dirti. Avevo in mente questa storia molto prima di inciderla su carta, ma non avevo mai avuto il coraggio di scrivere finché un giorno ne parlai con la mia co-writer. Stavamo chiacchierando del più e del meno, del nostro amore per l’universo Marvel e DC, dei supereroi/eroi in generale fino a quando non ho accennato alla storia. Lei la trovò particolarmente interessante, ma io non avevo mai scritto niente prima e da sola mi risultava un po’ difficile cominciare questa nuova avventura, così lei si offrì di aiutarmi e da lì è nato tutto . I personaggi, come la trama, si sono quasi costruiti da soli, noi abbiamo solo dato quello sprint iniziale. Ogni personaggio però, va detto, ha una caratteristica, una sua importanza a livello di trama. I punti di vista diversi ci sono serviti come escamotage per poter far capire che non sempre le cose sono quelle che sembrano, che esiste sempre l’altra faccia della medaglia anche se noi non riusciamo a vederla. È un gioco di luce, proprio come si può intuire dal titolo: D’Ark.»
  • Parlaci della copertina: «La copertina è stata creata da un’amica, Stephanie Parcus (che realizza copertine per autori americani). Io, Mirela e Stephanie ci abbiamo riflettuto parecchio prima di dar vita a quest’opera d’arte, fatemelo dire. Come potete vedere, la copertina de Il gioco dell’alfiere ha sullo sfondo una città con un pezzo degli scacchi, un alfiere appunto, nel mezzo il sangue che sgorga lentamente dalla città per riversarsi su una scacchiera. Tutte le copertine della Trilogy D’Ark hanno/avranno un significato celato, quindi occhio a cosa guardate!»
  • Perché le persone dovrebbero decidere di leggere la tua opera? «Perché potrebbero rimanere stupiti, oltre che da una trama complessa e affascinante, dalla sua importanza socio-psicologica. Mi spiego meglio: il libro che noi stiamo tentando di diffondere non si basa solo su un intreccio interessante, personaggi carismatici e una copertina accattivante. Quello che ci preme sono i contenuti. Abbiamo voluto raccontare la nostra società, come la viviamo, come la percepiamo, attraverso una storia fantastica (che tanto fantastica neanche è). Siamo come pittori, che attraverso i loro quadri, cercano di denunciare qualcosa, mettersi a nudo e raccontare ciò che accade attraverso l’arte. Se amate i gialli, il noir, l’azione, ottimi cliffenger, è il libro che fa per voi, e se volete inoltre cominciare a comprendere quanto la realtà che ci circonda è meno distopica di quanto appaia, allora fareste bene a dargli un’ulteriore chance.»

© Tutti i diritti riservati alle autrici Cristina e Mirela

Che ne dite? L’intervista a Cristina vi ha incuriositi? Bene, allora andate a dare un’occhiata al suo libro e fateci sapere!